Milano, 25 Maggio 2016. Ci sono voluti cinque anni di lavoro e l’impegno di realtà eterogenee guidate da un solo obiettivo, ma alla fine il risultato è arrivato, visibilmente sotto gli occhi del quartiere milanese Greco: la palazzina solidale Oikos, quattro piani di uno stabile adiacente alla parrocchia di San Martino in Greco, è ufficialmente realtà. Un progetto di co-housing paradigmatico, votato all’inclusione e all’emancipazione sociale dei soggetti a cui è rivolto e capace di abbracciare differenti situazioni di fragilità e disabilità. Mosso da una solida idea di fondo, cioè che le diversità possano essere non solo accolte, ma convivere ed essere valorizzate in una costante interazione con il territorio circostante.

Sono tre le cooperative milanesi che hanno contribuito ad avviare e realizzare il progetto: le storiche Spazio Aperto Servizi, Cascina Biblioteca e Farsi Prossimo, che insieme hanno dato vita nel 2012 al Consorzio Oikos. Il Consorzio ha ottenuto dalla Curia, per i prossimi 30 anni, la palazzina in via Carlo Conti 27, sotto forma di donazione modale del diritto di superficie.

Ma la ristrutturazione dello stabile dismesso non avrebbe visto la luce senza il supporto fondamentale di altre due realtà con forte propensione sociale: la Comunità di Sant’Egidio e la Fondazione Idea Vita. Un ruolo di coesione spetta inoltre alla Parrocchia di San Martino in Greco, adiacente alla palazzina, che ha fortemente voluto il progetto e ne facilita l’integrazione con la comunità locale.

L’obiettivo di questo ambizioso progetto è la realizzazione di un intervento abitativo di co-housing in cui, attraverso attività di accoglienza temporanea e accompagnamento all’autonomia di popolazione “fragile”, si possa rendere reale un modello di convivenza in cui le persone non siano esclusivamente utenti passivi, quanto piuttosto soggetti attivamente coinvolti come
risorse. Una delle particolarità del condominio solidale Oikos è esattamente questo “mix abitativo”, che ne costituisce un punto di originalità ma soprattutto un modello di nuova inclusione, per così dire eterogenea. Diversi sono gli enti che si preoccupano della gestione degli appartamenti e diverse, per origine e tipo di fragilità, le persone stesse che li abitano.

“È un progetto di grande valore per il territorio – dichiara Francesco Abbà, Presidente del Consorzio Oikos. Speriamo che il mix abitativo che proponiamo, tra situazioni di fragilità e normalità, e il dialogo nato con la comunità di riferimento possano contribuire a costruire un welfare realmente comunitario, che investe sulla relazione, sull’attivazione del tessuto sociale e la valorizzazione delle risorse che gli stessi portatori di bisogno sono in grado di mettere in campo”.

Ma non solo: lo scopo di questa formula di co-housing, in cui i “condomini” sono chiamati alla condivisione degli spazi, cerca di avviare un processo di responsabilizzazione degli abitanti stessi, attraverso l’interazione tra loro e la comunità territoriale che li accoglie. E di creare, soprattutto, un modello che funzioni e sia dunque replicabile in altri contesti e in altri luoghi.

Il modello organizzativo ha previsto la definizione di quattro fasi, che hanno pienamente coinvolto le cooperative e le loro risorse umane: in primo luogo la ristrutturazione e l’allestimento dello stabile, che versava in stato di abbandono; un percorso di sensibilizzazione al co-housing dei potenziali futuri utenti; l’avvio vero e proprio della vita all’interno del condominio e infine, dopo uno scrupoloso monitoraggio da parte degli operatori, verrà valutata la dimissione degli ospiti.

La palazzina oggi è così organizzata: al piano terra ospita M’ama Food, il catering solidale di donne rifugiate – straniere perseguitate, maltrattate o fuggite da paesi in guerra; al primo piano un bilocale ospita adulti in difficoltà e un trilocale una famiglia ROM. Al secondo piano e nella mansarda rispettivamente si trovano un bilocale per adulti in difficoltà e una grande comunità destinata a persone con disabilità lieve.

Tutti gli appartamenti sono completamente arredati, dotati dei più moderni servizi e offrono un ambiente funzionale e accogliente. Ma il valore aggiunto di vivere in Oikos è dato dalla presenza degli operatori delle Cooperative che accompagnano il percorso di integrazione degli ospiti.

A rendere possibile la realizzazione del progetto hanno contribuito numerosi partner. Fondazione Cariplo, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Enel Cuore lo hanno economicamente sostenuto dal principio; alcune aziende hanno invece donato i propri prodotti per migliorare gli standard abitativi degli appartamenti: Daikin Italy, Schindler, Zucchetti e Cooperativa Ceramica d’Imola.

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